“Che sbadato sono, hai ragione. Ma tanto per dire, ce la faresti a vincere la tappa di domani?”
Bartali non ci pensò su nemmeno un secondo:
“Si, lo garantisco al 99 per cento. La vincerò con un quarto d’ora di vantaggio”.
“Mi raccomando, Gino, per noi è molto importante se ce la fai. Dico per noi, per l’Italia”.
Alla partenza della Cannes-Briancon, Bartali fumò mezza americana, gli servì per accelerare le pulsazioni normali (32) del suo fisico bradicardico, si unse braccia e gambe di olio antigelo, andò da Bobet e gli disse:
“Oggi uno di noi salta”.
“Va Bene” disse Bobet.
Saltò Bobet, perchè Bartali gli riguadagnò per intero lo svantaggio e sull’Izoard era maglia gialla, in mezzo a uno spaventoso acquazzone.
Quando Mario Ferretti dette l’annuncio per radio, in Italia l’euforia subentrò alla rabbia. Per un meccanismo un po’ difficile da spiegare, non ci fu la rivoluzione ma un gran falò di gioia e resta il fatto che ancora oggi si sente dire che non vi fu sommossa di popolo per via dell’impresa di Bartali.
Per quali vie un uomo in bicicletta possa fermare migliaia di uomini armati a migliaia di chilometri di distanza resta un mistero che nemmeno Bartali sa spiegare: “Però son contento che non sia corso sangue”.
La maglia gialla non la indossò a Briancon per colpa di una foratura, ma fece il bis il giorno dopo, a Aix-les-Bains, e il tris l’indomani, a Losanna.
In quel Tour aveva già vinto a Trouville, a Lourdes (per la Madonna), a Tolosa. Vinse ancora a Liegi (per gli emigrati) e arrivò a Parigi con oltre 20 minuti sul secondo, Schotte.
Questo era Bartali!
[Estratto dal libro: Non gioco più, me ne vado – di Gianni Mura]
❤️🚴🏻📸🌟❤️
Vent’anni fa, il 5 Maggio 2000, ci lasciava Gino Bartali.
Da corridore ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere, ma è da uomo, da uomo giusto, che ha conquistato le sue vittorie più importanti.
[Poesia Sportiva✍🏻]
[Credito foto: Lisa Bartali- nipote di Gino]