“Ragazzi, voglio raccontarvi una storia. E’ la storia di un atleta, non lo conoscete, è un saltatore in alto e ha il vostro stesso sogno: vincere una medaglia olimpica.
Questo saltatore, insieme al suo staff, si è preparato in maniera meticolosa.
Ha lavorato come un matto per quattro anni su ogni dettaglio per avere tutto sotto controllo.
Ha persino studiato, in modo scientifico, le condizioni meteorologiche di Londra, scoprendo che ogni 12 Agosto degli ultimi cinquant’anni ci sono stati 24 gradi, un tasso di umidità del 70%, una brezza leggera di 4-5 nodi che soffia da sud-est, a favore di rincorsa.
Per quattro anni, ogni singolo giorno, si è allenato ricreando esattamente quelle condizioni.
E’ perfettamente pronto.
Si sente Imbattibile.
Il 12 Agosto 2012, il giorno della finale entra sulla pista dello stadio olimpico e…Piove!
Fa freddo, tira vento forte, la pedana è scivolosa. Cosa Fare? La medaglia sarà comunque assegnata quel giorno e la vincerà chi sarà più agile degli altri. Si, agile. Un aggettivo che ha un significato legato alla fisicità, certo, ma che è anche un concetto intellettuale.
Identifica chi è più veloce ad adattarsi, più rapido a sbarazzarsi delle zavorre, a cogliere prima degli altri alcuni dettagli, a orientare tutto ciò che sta facendo verso il proprio obiettivo senza dispersioni di energia. Insomma vincerà se saprà essere più leggero.
Attorno a me, un silenzio perfetto.
Non pensiate che tutto ciò che avete fatto da quando siete bambini, inseguendo quel sogno, sia stato inutile. Tutt’altro! Senza quelle cose, senza quella disciplina, quella volontà di sacrificio, quell’ossessione per i dettagli non sareste qui, oggi.
Ci sarebbe qualcun altro seduto in questo spogliatoio, al vostro posto.
Tuttavia, qui e ora, credo che dovremo capire in fretta quanto sia fondamentale sbarazzarsi di quello che abbiamo fatto. Perché quello che abbiamo fatto ci ha portato fin qui, ma l’ultimo chilometro lo dobbiamo correre da soli, senza protezione, godendo della bellezza di ciascuno di questi ultimi passi. Come se stessimo esplorando un meraviglioso continente dove nessun umano ha ancora messo piede.
Voglio dirvi un’ultima cosa: sono orgoglioso di essere qui oggi, con ciascuno di voi, sotto questa pioggia”.
[Discorso di Mauro Berruto coach della Nazionale Italiana di Pallavolo Maschile prima di scendere in campo e di conquistare la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012 – estratto dal libro: Capolavori – allenare, allenarsi, guardare altrove – Add Editore]