Quando arriviamo al palazzo la notizia si è sparsa, Jordan non è in condizioni di giocare. Per una volta anziché essere mandati sulla Tour Eiffel come succede sempre alle finali NBA siamo quasi a bordo campo, sono li ovviamente con Flavio Tranquillo e continuo a passare dalla nostra postazione a bordocampo. Vado a vedere Michael da vicino. Non ha nessuna espressione sul volto, è fermo, immobile e guarda non saprei dirvi dove. Faccio un segno verso Flavio, questo quando mai può giocare.
Jordan non solo gioca ma segna 37 punti, inizia guardingo, gattopardesco e poi sale. Ad anni di distanza spiegherà cosa ha fatto. Jordan in una scala da 1 a 20 ha a disposizione probabilmente 3 di livello di energia, quindi dalle tre del pomeriggio fino alle sette memorizza ogni singolo movimento che dovrà effettuare di modo che quando dovrà giocare avrà come un copione che avrà inserito nel proprio file interiore e che eseguirà.
Alla fine della gara praticamente sviene. Phil Jackson che se intende dice:
“Non ho mai visto Jordan giocare così bene”.
Se il miglior giocatore di tutti i tempi ha giocato la partita della sua vita, questa è una gara che va messa là. Non credo si possa definire quello che ha fatto lui quella sera ma è evidente che essere un grande talento, un grande atleta serve fino ad un certo punto ma da lì in poi conta la testa e come Michael di teste non ne sono mai passate.
[Federico Buffa racconta Michael Jordan]