Il Signore degli Anelli

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“Sono felicissimo.
Ho saldato il conto con le Olimpiadi.
Questa è la medaglia più difficile, ancora più di Atlanta.
Sono contento per le persone che hanno creduto in me, ma anche per chi nutriva seri dubbi, e pensava al rientro di un patetico vecchietto che non riesce a stare lontano dalle pedane.
Ho mantenuto la promessa, sono fiero di me.
Dedico la medaglia a Dimitri, che potrà raccontare questo di suo papà.”
[Jury Chechi]
🥇📸❤️

Questa è la storia di uomo speciale, unico ed irripetibile.
Un animo indomito che non si è mai arreso alla sfortuna, al tempo e a chi a più riprese lo dava per sconfitto e finito.
Un campione dotato di un talento naturale sconfinato abbinato ad una dedizione al lavoro, una forza di volontà ed una tenacia fuori dal comune.
Un atleta capace di rivoluzionare il mondo della ginnastica e di “volare” come nessun’altro, con sublime eleganza e grazia, su due anelli sospesi nell’aria.
Un figlio che ha promesso al proprio padre un’impresa sportiva leggendaria in cambio della sua lotta e vittoria contro la malattia.
Un padre che ha dimostrato al proprio figlio che nello sport come nella vita è sempre e solo il cuore a fare la differenza.
Si perché Jury Chechi, senza correre il rischio di esagerare, è stato e resterà per sempre un vero e proprio eroe sportivo.
Il solo ed unico “Signore degli Anelli” che ai Giochi Olimpici di Atene 2004, dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere tra Europei, Mondiali ed Olimpiadi ed aver avuto la forza di riprendersi da due terribili infortuni, è riuscito con l’ultimo meraviglioso affresco di una carriera ineguagliabile, eseguito a distanza di sette anni dall’annuncio del primo ritiro dalle competizioni ed a quattro dal secondo, a stupire per l’ennesima volta il mondo e conquistarsi un posto sul podio Olimpico, una medaglia di bronzo dal valore inestimabile, appesa al collo dell’uomo prima che dell’atleta.
Andrea Fusco, telecronista Rai, commentò con queste parole la fine di quell’estasiante esercizio:
“Si è posato come una foglia che si arrende sì all’autunno, rivendicando a sé la grazia del volo. È Jury Chechi”.
La degna e memorabile chiusura di una straordinaria storia di sport e di vita!

[Poesia Sportiva✍🏻]

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