Il ciclismo secondo Marco

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Mi dici cosa ti frulla per la testa quando lanci la bandana al vento e ti fiondi all’attacco?
“Sai che a volte ci sono cose inspiegabili anche per me? Sembra impossibile, lo so, ci penso anche ora, ma una risposta vera e assoluta non c’è. Credimi.
Chiamalo istinto, chiamala voglia irrefrenabile di seguire il cuore, o quella scintilla che a un certo punto arriva e ti accende. Contro tutto e tutti.
Oppure, più semplicemente, è probabile che ci sia qualcosa di più profondo scritto dentro ognuno di noi. Io sono venuto al mondo con questo desiderio.
E’ quello che avrei sempre voluto fare e non avrei aspirato a nient’altro che questo.
Ti confido un segreto: per me il ciclismo non è solo uno sport meraviglioso, non è il mio lavoro, per quanto bello ed entusiasmante possa essere.
Per me il ciclismo è la vita. Hai capito? E’ la mia vita!
Tutto ciò che ho più intensamente voluto dal giorno in cui ho cominciato a capire qualcosa dell’universo che girava attorno a me. Sono nato per correre in bicicletta.
Lo sento nelle mie vene, lo avverto nell’anima, ed è forse per questo che mi sono sempre sentito diverso dagli altri.
Io non corro: io vivo per essere un corridore.
E quando è il momento di attaccare, avverto qualcosa dentro di me che mi dice solo, vai Marco: a quel punto non posso fare altro che seguire ciò che sento.
Il resto lo fanno le mie gambe e la mia testa dura.
Molti pensano che io non faccia fatica quando spiano le montagne, ma si sbagliano, perché la fatica è uguale per tutti.
E’ il modo di affrontarla, di sopportarla e di superarla che fa la differenza.
Ci sono dei momenti in cui ti senti davvero morire, eppure non rallenti di un metro, ti senti invadere da sensazioni e dolori disumani eppure non mostri al tuo avversario le tue difficoltà.
Dunque, Davide, non ti so spiegare come e perché decido di attaccare, cosa succede esattamente quando mi tolgo quella bandana, ma ti posso dire che da quel momento in poi so benissimo di non potermi fermare più.
E chi decide di seguirmi deve essere pronto a tutto, perché per me è cosi. Sempre.”

[Estratto dal libro: In fuga di Davide De Zan – Piemme]

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